venerdì 13 maggio 2016

Cibus Roma, ecco il corso di degustazione della birra con abbinamenti

Un corso di degustazione per tutti gli amanti della birra artigianale. Per imparare a riconoscerne le caratteristiche. E per abbinarla ai piatti nel modo migliore.

Cibus Roma lancia il suo corso di degustazione di birre con abbinamenti, un percorso di sapori che affronta vari argomenti: da come avviene la produzione di birra al riconoscimento dei vari gusti della birra tramite le nostre capacità sensoriali.

Il corso di degustazione di birre con abbinamenti si divide in una prima parte teorica, dove verrà effettuato un excursus sul mondo delle birre artigianali e di importazione.
La lezione sarà accompagnata da una parte pratica durante la quale, seguendo la guida di un esperto, verranno degustate 4 differenti birre con relativi assaggi dei piatti che meglio si sposano agli stilli selezionati.

Durante il corso, poi, si affronteranno i seguenti argomenti: com'è fatta la birra, ingredienti e produzione della birra, imparare a riconoscere i differenti stili tramite le nostre capacità sensoriali, scegliere l'abbinamento della birra migliore a seconda del piatto che vogliamo mangiare.

Se sei un appassionato di birra, in particolare di birre artigianali, segui la pagina degli appuntamenti di Cibus Roma e chiedi di partecipare ai nostri eventi.

Vincenzo Pani

Pizza con la mortadella: a Roma è un must


Pizza con la mortadella: a Roma è un classico abbinamento
La pizza con la mortadella. Anzi, per dirla alla romana,  la "pizza con la mortazza": un vero e proprio classico di Roma, un'accoppiata eccezionale a cui è davvero difficile resistere.

Nata come merenda (e che merenda!) di metà giornata, la pizza con la mortazza è un abbinamento tanto semplice quanto complicatissimo: dipende indissolubilmente dalle materie prime utilizzate. L'ideale è una pizza bianca, la tipica pizza bianca romana che si compra negli alimentari e dal fornaio, leggermente calda e farcito con un bel paio di fette di mortadella autentica.

DOVE MANGIARE LA VERA PIZZA CON LA MORTAZZA A ROMA

Come detto l'abbinamento pizza bianca e mortadella è facilmente reperibile a Roma: non solo presso i supermercati, gli alimentari ma anche presso molte pizzerie a taglio. Negli ultimi anni, però, questa tipica merenda romana sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza: la richiesta di pizza con la mortadella non solo è aumentata ma anche la qualità del prodotto finale si è innalzata notevolmente. I romani, ma anche i turisti che visitano Roma, insomma, vogliono mangiare una pizza e mortadella da top food.

Ed è anche per questo motivo che tra le varianti del menu pizza proposto da Cibus non manca mai l'abbinamento con la mortadella tipica bolognese. Provare per credere!!!

Oltre alla pizza e mortazza dei più famosi fornai di Roma, vi consigliamo anche il servizio street food offerto da Pizza & Mortazza: l'ape ambulante, personalizzata e in tema, che vende pizza e mortadella in giro per Roma (ogni giorno in un luogo differente).

La pizza con la mortadella, inoltre, viene servita spesso anche in abbinamento ad un aperitivo.

I SEGRETI  DELLA PIZZA CON LA MORTADELLA

Il segreto della pizza con la mortazza, lo ribadiamo, sta negli ingredienti di primissima qualità. La pizza bianca romana, del resto, oltre ad avere una sua decennale storia, ha un gusto e sapore del tutto unici. La giusta quantità di olio, la giusta lievitazione, lo giusto spessore: non tutti sanno preparare al meglio la vera pizza bianca che piace ai romani. L'altro ingrediente, invece, è la classica mortadella bolognese, quella con i pistacchi per intenderci. Bastano un paio di fette, 30 grammi di bontà assoluta.

Con il boom degli ultimi anni, la pizza con la mortazza è diventata anche un classico dell'aperitivo romano: se abbinata ad uno spritz, ad un prosecco o ad un buon vino bianco frizzante, il top è praticamente raggiunto.

CR

Ricette tipiche romane: tutto l'universo della Carbonara


La pasta alla carbonara, uno dei simboli della cucina di Roma, è un piatto povero, genuino e soprattutto immediato. La sua storia lo dimostra. Eppure è forse, nella tradizione laziale e romana, la ricetta che maggiormente si presta ad essere stravolta, rivoluzionata o semplicemente reinterpretata.
Gli Innovatori hanno dato vita a ricette di carbonara complesse, gourmet o addirittura stellate.

Partendo dalla base classica negli ultimi decenni sono nati ottimi piatti che tendono ad arricchire a valorizzare le potenzialità gustative della ricetta: la Carbonara di zucchine romanesche e fiori di zucca, quella di carciofi o con crema di carciofi, quella di pesce, quella vegetariana, o il capolavoro di Heinz Beck, tre stelle Michelin proposto alla Pergola Di Roma, come il fagottino ripieno.

I Puristi si attengono a rispettare la ricetta della pasta alla carbonara tramandata, e guai a chi la tocca! Del resto, la carbonara a Roma  non è solo un piatto da ristorante, anzi, è quasi sempre un’esperienza domestica, intima, per i più un’esigenza fisiologica o addirittura amorosa. Insomma la pasta alla carbonara è un must nella dieta dei romani che ne sono gelosi quasi fosse una parente o una compagna di vita. Una di quelle con cui si va sempre d’accordo.

Storia della Pasta alla Carbonara

La carbonara ha origini incerte: per alcuni ha origini piuttosto recenti come quelli che asseriscono che sia nata alla fine della guerra con l’arrivo degli Americani, e la conseguente disponibilità di bacon e uova, ingredienti spontaneamente uniti alla pasta.
Altri sostengono che la ricetta l’abbiano inventata gli spazzacamini di Roma. Altri ancora che abbiano a che fare con i moti carbonari del 700.
Qualcuno addirittura che abbia origini napoletane. Già nel 1837 nelle prime edizioni de “La cucina teorico pratica” edito dal duca di Buonvicino, Ippolito Cavalcanti che proponeva una ricetta simile ma che non vedeva l’uso né di pancetta ne di guanciale.

Tra gli addetti ai lavori si dice che la Carbonara abbia origini più povere, legate al mondo contadino e della pastorizia. Una leggenda, peraltro attendibile sostiene che tutti i piatti della tradizione laziale-romana, la Carbonara, La Amatriciana, La Gricia, la Cacio e Pepe, nascano a confine tra Il Lazio e Abruzzo dal baratto di materie prime tra i pastori di una regione e dell’altra. Il baratto di Pecorino Romano con le Uova o con la carne lavorata di Maiale o con cipolle.
Secondo questa tesi, la Carbonara come le sue sorelle è frutto di contaminazioni di diverse tradizioni culinarie sorte e affermate gradualmente nel tempo.
Difficile stabilire dove è meglio mangiare la Carbonara a Roma. Potrebbe essere alla piccola trattoria, al grande ristorante, o semplicemente in una cucina domestica romana.

Segreti per un'ottima Pasta alla Carbonara

Un segreto è l’acqua di cottura della pasta, che inamidata aggiunge densità e consistenza all’amalgama delle uova con il formaggio grattugiato e il pepe nero.
Un altro segreto è il guanciale o pancetta che deve essere cotto senza l’aggiunta di olio poiché deve cuocere nel suo stesso grasso.
Il terzo segreto, ma non per importanza, anzi l’essenziale per definizione è che l’uovo deve essere mescolato alla pasta appena scolata, in assenza di fiamma viva, così da pastorizzarlo e mantenerlo per lo più cremoso.

CR

Ricetta della torta fredda cheesecake: un metodo semplice e infallibile

Uno dei dolci più in voga in questo momento è senz'altro rappresentato dalla torta cheesecake fredda. Questo dessert ha una storia che guarda indietro addirittura all'antica Grecia dove, secondo gli storici, veniva servito agli atleti durante i primi giochi olimpici.

La ricetta della torta cheesecake a base di formaggio di pecora e miele, si ritrova anche nell'antica Roma.
Oggi ne esistono diverse varianti e stili ed ogni cultura e nazione propone la sua. Le più preparate sono le torte cheesecake alla nutella (o cioccolato) e ai frutti di bosco.

Noi di Cibus Roma abbiamo deciso di darvi la nostra versione di ricetta per preparare un torta cheesecake, semplice, facile, immediata e che potrete realizzare in qualsiasi forma voi desiderate. Una torta, ma anche una monoporzione oppure al bicchiere. Starà a voi sbizzarrirvi. Per ogni tipo di torta cheesecake si possono dare piccoli suggerimenti e varianti per ottenere un sicuro risultato eccellente.

Il formaggio che andremo ad utilizzare per la nostra torta cheesecake fredda con fondo croccante al cioccolato sarà del philadelphia, ma va benissimo canche un qualsiasi altro formaggio fresco spalmabile, purchè gustoso e di qualità, dato checiò inciderà molto sul risultato finale.

Come per qualsiasi altra ricetta ricordatevi sempre: la qualità delle materie prime che andremo ad utilizzare sarà determinante per avere un buon risultato.

FONDO CROCCANTE AL CIOCCOLATO PER LA CHEESECAKE

Per preparare un'ottima cheesecake con fondo croccante al cioccolato consigliamo i seguenti ingredienti:

  • Farina di riso 81 g
  • Zucchero 81 g
  • Farina di nocciole 65 g
  • Burro 65 g
  • Sale 2 g
  • Uova 20 g
  • Cacao in polvere 16 g

Procedimento

Unire tutti gli ingredienti in planetaria e far girare con lo scudo. Una volta formato l'impasto fare dei pezzetti da 1 cm circa su una teglia con carta forno. Mettere in forno preriscaldato a 165/170 gradi per circa 10 minuti. Una volta cotto far raffreddare ed utilizzare come base spargendolo uniformemente sul fondo degli stampini o della tortiera. Se vorrete realizzare dei bicchieri potrete metterlo, una volta solidificata la cheesecake, sopra con un pò di zucchero a velo.

PREPARAZIONE DELLA CHEESECAKE


Dopo il procedimento per realizzare il fondo della nostra torta, vediamo cosa serve per preparare la parte superiore della cheesecake. Ecco gli ingredienti:

  • Philadelphia 120 g
  • Panna fresca 120 g
  • Zucchero a velo 50 g 
  • Vaniglia  1 g
  • Colla di pesce 8 g
  • Acqua  40 g

Procedimento

Mettere a mollo la colla di pesce nei 40g d'acqua. Unire insieme la panna, il philadelphia, la vaniglia e lo zucchero a velo, quindi montare in planetaria o con le fruste. Quando la massa risultarà bella montata e spumosa, unire la colla di pesce precedentemente sciolta ad un massimo di 40 gradi in microonde. Per assicurarsi di non fare grumi meglio se unire prima una parte di cheese cake alla gelatina sciolta mescolando rapidamente e poi unire il composto a tutta la massa montata. Versare nella tortiera, negli stampini o nei bicchieri e far raffredare in frigo per almeno 3 ore.
Se deciderete di fare dei bicchieri la quantità di colla di pesce può diminuire a circa 3 grammi sciolti in 15 grammi d'acqua. Se vorrete realizzare una torta consiglio invece di aumentare a circa 10/12 grammi sciolti in 50 grammi d'acqua.

C.R.

giovedì 28 aprile 2016

Filetti di Baccalà alla Romana: storia di tradizioni e gusto


Se si parla di fritto a Roma, il Filetto di Baccalà non ha rivali.
Tradizionalmente consumato nel periodo natalizio, specialmente la sera della vigilia di Natale, in realtà, il baccalà in pastella è molto diffuso nella dieta romana, tutto l’anno. Insomma non occorre il pretesto del Natale per gustare un ottimo Filetto di Baccalà a Roma, ogni momento è giusto, fuori pasto è l’ideale.

 

Storia del filetto di Baccalà


Esportato in tutto mondo dalla Norvegia vichinga delle isole Lofoten, lo stoccafisso, in Italia ha trovato non pochi utilizzi nelle differenti tradizioni culinarie regionali, in special modo in Veneto e nel Lazio.
Tuttavia se in Veneto le ricette legate a questo alimento sono molto circoscritte a livello territoriale, l'interpretazione romana ha sdoganato una ricetta dall’eco mondiale.
A Roma il Baccalà in pastella è figlio di antiche contaminazioni tra la cultura gastronomica giudaico-romanesca, Kosher, e quella romanesca tipicamente cristiana.

Dove gustare i migliori filetti di Baccalà a Roma.


Generalmente il Filetto di Baccalà alla romana, a Roma si può trovare ovunque. Ma se si vuole andare al top a colpo sicuro la zona del Ghetto ebraico rappresenta la culla tradizionale di questo piatto.
A Roma il maestro dei Filetti di Baccalà è indiscutibilmente “il filettaro” a Largo dei Librari, nelle vicinanze di Campo dè Fiori, considerato dai romani stessi il campione del mondo. Un’esperienza davvero imperdibile.

I segreti del Filetto di Baccalà fritto alla Romana.


I segreti per un ottimo filetto di Baccalà, risiedono principalmente nella lavorazione della materia prima e nel tipo di pastella che si vuole utilizzare.
Specialmente per quel che riguarda la pastella non mancano le diverse regole e interpretazioni come sempre quando si parla di cucina regionale. In realtà tante volte la ricetta più antica, la più semplice, si rivela poi la più ottimale.

I segreti principali riguardano le fasi di preparazione che precedono la cottura: la reidratazione e desalinizzazione dello stoccafisso per 24/48 ore cambiando l’acqua ogni 6 ore e la pastella, vera regina del piatto, che deve esser amalgamata con solo farina setacciata e acqua frizzante.

L’ultimo segreto, ma questo vale per ogni fritto che si rispetti, è l’olio per la frittura che deve essere limpido, alla temperatura massima e come si conviene, rigorosamente di arachidi.

C.R.

Dolci di Roma e del Lazio: una scelta ristretta ma di gusto

Analizzando da vicino le ricette tradizionali di Roma e del Lazio in tema di dolci si può notare come nel nostro territorio manchi un dessert davvero rappresentativo. Se si parla, insomma, di piatti tipici come preparare una amatriciana perfetta, cucinare la ricetta di una cacio e pepe o conoscere i segreti di una carbonara, noi romani siamo più che mai ferrati sull'argomento, ma quando si parla di tradizione dolciaria di Roma, finiamo per citare dolci appartenenti ad altre regioni o ad altre tradizioni gastronomiche. Come ad esempio il cannolo siciliano, il tiramisù,  la zuppa inglese, il panettone, solo per citarne alcuni.
Tutti dolci che invadono le pasticcerie romane pur non appartenendo assolutamente alla tradizione del nostro territorio. E il motivo è presto detto. La nostra tradizione dolciaria, purtroppo, è piuttosto scarsa e talvolta alcuni dei dolci tipici di Roma sono stati importati da altre regioni o semplicemente rivisitati.

Dolci di Roma: il maritozzo con la panna
Foto di Easitalian.com
Se tuttavia dovessi fare una classifica dei dolci di Roma metterei senz'altro al primo posto il mitico e immancabile, maritozzo con la panna. Forse l'unico che ha una storia che risale all'antica Roma, dove un prodotto simile ma di forma leggermente più tozza veniva degustato e farcito con il miele.

Per il secondo posto metterei i fantastici bignè di San Giuseppe, che erroneamente vengono considerati un dolce tipico della nostra tradizione ma che in verità appartengono alla storia anche di molte altre regioni Italiane.

Ovviamente non posso non inserire le chiacchiere o frappe, dolce che viene realizzato nel periodo carnevalesco e che affonda le sue radici nella Roma antica, ma anch'esso conteso con la tradizione dolciaria di Napoli con i quali abbiamo un altro contenzioso nei riguardi della gustosissima Torta ricotta e pere.

Come non citare, inoltre, le meravigliose ciambelline al vino di Roma, la crostata di visciole, e la pizza ricresciuta (dolce tipico del periodo Pasquale) ma ai quali forse manca quel quid in più per essere veramente popolari anche nel resto d'Italia.

Infine la Grattachecca, molto conosciuta anche dai turisti che visitano Roma e che assomiglia molto alla granita. Unica differenza? La neve ghiacciata viene grattata a mano (per questo grattachecca) da un' unico grosso pezzo di ghiaccio e servita con succhi di frutta e sciroppi. Niente di innovativo insomma eppure è considerata anch'essa tra gli storici prodotti della tradizione romana da almeno 200 anni.
Siamo lontani quindi dai dolci più blasonati di cui tutti usufruiamo nei ristoranti e durante le feste natalizie: vedi la panna cotta e il tiramisù, prodotti piemontesi, o la colomba pasquale e il panettone di origine milanese, come anche il pandoro che trova i natali nella zona di Verona. Senza dubbio questo si riflette sul concetto stesso di pasticceria locale romana che spesso fà difficoltà ad emergere sul territorio anche a causa della mancanza di solide basi culturali e storiche che mettono gli stessi pasticceri in grosse difficoltà.

C.R.

mercoledì 27 aprile 2016

Social Eating: parola d'ordine condivisione

Social Eating - Cibus Roma


Trascorrere una serata piacevole in compagnia. Gustare una ricetta inedita. Mangiare un piatto particolare. Conoscere nuove persone e condividere con loro la passione per la cucina. Sono alcuni dei segreti che contraddistinguono il Social Eating, il nuovo modo di vivere e condividere momenti gastronomici che sta riscuotendo grande successo in Italia e a Roma in particolare.

Il Social Eating, tuttavia, non è semplicemente mangiare un buon piatto di pasta o provare una ricetta nuova, il Social Eating è prima di tutto condivisione di esperienze legate al mondo al cibo. Il mangiare, insomma, come elemento d'unione e di scambio.

Cos'è il social eating


Per capire al meglio cos'è e come funziona il Social Eating, è sufficiente illustrarne un esempio: un appassionato di cucina organizza, quasi sempre nella sua abitazione, una cena o un qualsiasi momento gastronomico (pranzo, degustazione ecc); mette un annuncio sul web indicando tutte le info sull'evento stesso (prezzo, data, tema, numero massimo di ospiti, indicazioni stradali ecc) e chiunque ne venga a conoscenza, qualora interessato, può chiedere di parteciparvi.

Un meccanismo semplice ma molto funzionale: il cibo, la tavola, il mangiar bene, del resto, sono da sempre dei collanti sociali formidabili mentre lo stile quasi sempre informale e amichevole dell'home food sono una garanzia di divertimento e convivialità.

Dove trovare eventi di social eating

Dicevamo della grande diffusione del Social Eating in Italia e in particolare nella capitale: grazie ai numerosi siti e piattaforme presenti in rete, infatti, l'offerta di pranzi o cene social eating a Roma, di degustazioni o corsi social eating di cucina a Roma a cui chiedere di partecipare è davvero ricca. Tra i portali che ospitano eventi di Social Eating, i più conosciuti sono Gnammo e Vizeat.

Eventi social eating a Roma

Tra i piatti forte del Social Eating a Roma, naturalmente, ci sono gli eventi legati alle ricette tipiche della cucina romana. Eventi, magari, in location situate nel cuore di Roma, in cui si possono gustare la vera pasta all'amatriciana oppure le altrettanto classiche paste alla carbonara, cacio e pepe e gricia. Non mancano i menu con i secondi e le altre tipologie di ricette famose di Roma come coda alla vaccinara, il fritto romano, i carciofi alla giudia e tante altre prelibatezze. Non  solo la tradizione, però, molti cuochi casalinghi si cimentano anche in varianti o in ricette inedite e particolari.

Differenza tra social eating e locali tradizionali

Chiaramente sono molte le differenze tra un'attività di social eating e quella di tradizionale ristorazione: il social eating è un’attività che viene svolta saltuariamente, tre quattro volte al mese e comunque non in modo costante. E' principalmente un hobby, seppur di grande successo, che molti utilizzando anche per arrotondare il proprio stipendio (ovviamente emettendo regolare ricevuta di prestazione occasionale) oltre che per conoscere nuove persone.

CR