Analizzando da vicino le ricette tradizionali di Roma e del Lazio in tema di dolci si può notare come nel nostro territorio manchi un dessert davvero rappresentativo. Se si parla, insomma, di piatti tipici come preparare una amatriciana perfetta, cucinare la ricetta di una cacio e pepe o conoscere i segreti di una carbonara, noi romani siamo più che mai ferrati sull'argomento, ma quando si parla di tradizione dolciaria di Roma, finiamo per citare dolci appartenenti ad altre regioni o ad altre tradizioni gastronomiche. Come ad esempio il cannolo siciliano, il tiramisù, la zuppa inglese, il panettone, solo per citarne alcuni.
Tutti dolci che invadono le pasticcerie romane pur non appartenendo assolutamente alla tradizione del nostro territorio. E il motivo è presto detto. La nostra tradizione dolciaria, purtroppo, è piuttosto scarsa e talvolta alcuni dei dolci tipici di Roma sono stati importati da altre regioni o semplicemente rivisitati.
Se tuttavia dovessi fare una classifica dei dolci di Roma metterei senz'altro al primo posto il mitico e immancabile, maritozzo con la panna. Forse l'unico che ha una storia che risale all'antica Roma, dove un prodotto simile ma di forma leggermente più tozza veniva degustato e farcito con il miele.
Per il secondo posto metterei i fantastici bignè di San Giuseppe, che erroneamente vengono considerati un dolce tipico della nostra tradizione ma che in verità appartengono alla storia anche di molte altre regioni Italiane.
Ovviamente non posso non inserire le chiacchiere o frappe, dolce che viene realizzato nel periodo carnevalesco e che affonda le sue radici nella Roma antica, ma anch'esso conteso con la tradizione dolciaria di Napoli con i quali abbiamo un altro contenzioso nei riguardi della gustosissima Torta ricotta e pere.
Come non citare, inoltre, le meravigliose ciambelline al vino di Roma, la crostata di visciole, e la pizza ricresciuta (dolce tipico del periodo Pasquale) ma ai quali forse manca quel quid in più per essere veramente popolari anche nel resto d'Italia.
Infine la Grattachecca, molto conosciuta anche dai turisti che visitano Roma e che assomiglia molto alla granita. Unica differenza? La neve ghiacciata viene grattata a mano (per questo grattachecca) da un' unico grosso pezzo di ghiaccio e servita con succhi di frutta e sciroppi. Niente di innovativo insomma eppure è considerata anch'essa tra gli storici prodotti della tradizione romana da almeno 200 anni.
Siamo lontani quindi dai dolci più blasonati di cui tutti usufruiamo nei ristoranti e durante le feste natalizie: vedi la panna cotta e il tiramisù, prodotti piemontesi, o la colomba pasquale e il panettone di origine milanese, come anche il pandoro che trova i natali nella zona di Verona. Senza dubbio questo si riflette sul concetto stesso di pasticceria locale romana che spesso fà difficoltà ad emergere sul territorio anche a causa della mancanza di solide basi culturali e storiche che mettono gli stessi pasticceri in grosse difficoltà.
C.R.
Tutti dolci che invadono le pasticcerie romane pur non appartenendo assolutamente alla tradizione del nostro territorio. E il motivo è presto detto. La nostra tradizione dolciaria, purtroppo, è piuttosto scarsa e talvolta alcuni dei dolci tipici di Roma sono stati importati da altre regioni o semplicemente rivisitati.
Foto di Easitalian.com |
Per il secondo posto metterei i fantastici bignè di San Giuseppe, che erroneamente vengono considerati un dolce tipico della nostra tradizione ma che in verità appartengono alla storia anche di molte altre regioni Italiane.
Ovviamente non posso non inserire le chiacchiere o frappe, dolce che viene realizzato nel periodo carnevalesco e che affonda le sue radici nella Roma antica, ma anch'esso conteso con la tradizione dolciaria di Napoli con i quali abbiamo un altro contenzioso nei riguardi della gustosissima Torta ricotta e pere.
Come non citare, inoltre, le meravigliose ciambelline al vino di Roma, la crostata di visciole, e la pizza ricresciuta (dolce tipico del periodo Pasquale) ma ai quali forse manca quel quid in più per essere veramente popolari anche nel resto d'Italia.
Infine la Grattachecca, molto conosciuta anche dai turisti che visitano Roma e che assomiglia molto alla granita. Unica differenza? La neve ghiacciata viene grattata a mano (per questo grattachecca) da un' unico grosso pezzo di ghiaccio e servita con succhi di frutta e sciroppi. Niente di innovativo insomma eppure è considerata anch'essa tra gli storici prodotti della tradizione romana da almeno 200 anni.
Siamo lontani quindi dai dolci più blasonati di cui tutti usufruiamo nei ristoranti e durante le feste natalizie: vedi la panna cotta e il tiramisù, prodotti piemontesi, o la colomba pasquale e il panettone di origine milanese, come anche il pandoro che trova i natali nella zona di Verona. Senza dubbio questo si riflette sul concetto stesso di pasticceria locale romana che spesso fà difficoltà ad emergere sul territorio anche a causa della mancanza di solide basi culturali e storiche che mettono gli stessi pasticceri in grosse difficoltà.
C.R.